L'esperienza in Teatro
La compagnia teatrale La Fede, da sx e dall'alto:
Lino Fontis, Rita Corradini, Dino Conti,
Giancarlo Cortesi, Giovanni Dionisi-Vici, Giancarlo Nanni, Manuela Kusterman, Memè Perlini, Vinicio Diamanti, Roma 1972.
Dell'esperienza teatrale ciò che più affascina è la scoperta delle
possibilità espressive umane che la maschera della commedia dell'arte ha saputo
interpretare.
Il linguaggio meccanico delle battute che il dialetto intreccia dinamicamente, rende il
canovaccio della comunicazione un'occasione per apprendere la psicologia umana.
I movimenti del burattino animano i colori di Arlecchino sia per riverenza nei confronti della
parola che come denuncia dell'ignoranza. La semplicità dei sentimenti si mescola nei
colori dell'abito con l'astuzia e l'ironia della beffa. Nei bernoccoli della maschera sghignazza la
complicità con le lezioni della vita e il riscatto della sessualità traspare nella espressione
felina.
Ho sempre avuto fin da ragazzino un interesse particolare per la manualità artigianale, in
cui trovavo un'armonia fra i ritmi dell'esistenza individuale e quelli della realtà.
Quando ho potuto confrontarmi con gli studi professionali di scenografia non avevo
un'idea precisa di cosa fosse il lavoro in teatro, ma avvicinamdomi alla realtà professionale ho scoperto
la sua essenza artigianale in cui ritrovavo gli interessi infantili.
La ricerca di un percorso espressivo è avvenuta parallelamente al ricongiungimento della
mia identità con le lontane passioni che solo in parte avevo potuto coltivare nella realtà domestica familiare.
La curiosità della mia personalità, che sin dall'infanzia avevo assecondato istintivamente
nella scoperta della realtà che mi circondava, mi ha aiutato a distinguere le scelte
espressive funzionali alla professione.
Fra le esperienze esistenziali, quella teatrale mi
ha fatto conoscere per un breve periodo la percezione di una libertà intellettuale che
era lontana dagli schemi dell'istruzione ricevuta e dell'educazione in cui ero cresciuto; il sipario
dell'esistenza che avevo quasi sempre visto chiuso davanti a me, si è in breve tempo aperto ed ho
avuto la possibilità di confrontarmi in modo nuovo con la realtà .
La caratteristica principale di questa esperienza è stata la dimensione di gioco a carte scoperte con
cui è avvenuto il confronto e non conoscendo le regole ho cercato di apprenderle con
istintività e buona fede.
Ma nel mio mazzo mancavano molte carte, specialmente culturali, di
scaltrezza, di astuzia ed ambizione; ho giocato così per un certo periodo con
modestia, cercando di recuperare il tempo perduto negli anni precedenti e fino a quando la fortuna mi
è stata vicina ho anche vinto qualche buona mano.
Risveglio di primavera, di F.Wedekind. Regia di Giancarlo Nanni
Teatro La Fede, 1971 Roma
Risveglio di primavera, di F.Wedekind. Regia di Giancarlo Nanni
Teatro La Fede, 1971 Roma
Locandina originale dello spettacolo
Il gabbiano, da A.Cechov.
Regia di Marco Bellocchio
Film RAI-TV, 1976
La casa di Bernarda Alba, di F.Garcia Lorca.
Saggio dell'Accademia Silvio D'Amico, 1979 Roma
Locandina de La Principessa Brambilla, da E.T.Hoffman.
Regia di Giancarlo Nanni, Festival di Positano 1974