Teatro-

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L’esperienza teatrale

Dell’esperienza teatrale ciò che più affascina è la scoperta delle possibilità espressive umane che la maschera della commedia dell’arte ha saputo interpretare.
Il linguaggio meccanico delle battute che il dialetto intreccia dinamicamente, rende il canovaccio della comunicazione un’occasione per apprendere la psicologia umana.
I movimenti del burattino animano i colori di Arlecchino sia per riverenza nei confronti della parola che come denuncia dell’ignoranza. La semplicità dei sentimenti si mescola nei colori dell’abito con l’astuzia e l’ironia della beffa. Nei bernoccoli della maschera sghignazza la complicità con le lezioni della vita e il riscatto della sessualità traspare nella espressione felina.
Ho sempre avuto fin da ragazzino un·interesse particolare per la manualità artigianale,in cui trovavo un·armonia fra i ritmi dell’esistenza individuale e quelli della realtà.
Quando ho potuto confrontarmi con gli studi professionali di scenografia non avevo un’idea precisa di cosa fosse il lavoro in teatro, ma avvicinandomi alla realtà professionale ho scoperto la sua essenza artigianale in cui ritrovavo gli interessi infantili.
La ricerca di un percorso espressivo è avvenuta parallelamente al ricongiungimento della mia identità con le lontane passioni che solo in parte avevo potuto coltivare nella realtà domestica familiare.
La curiosità della mia personalità, che sin dall’infanzia avevo assecondato istintivamente nella scoperta della realtà che mi circondava, mi ha aiutato a distinguere le scelte espressive funzionali alla professione.
Fra le esperienze esistenziali, quella teatrale mi ha fatto conoscere per un breve periodo la percezione di una libertà intellettuale che era lontana dagli schemi dell’istruzione ricevuta e dell’educazione in cui ero cresciuto; il sipario dell’esistenza che avevo quasi sempre visto chiuso davanti a me, si è in breve tempo aperto ed ho avuto la possibilità di confrontarmi in modo nuovo con la realtà .
La caratteristica principale di questa esperienza è stata la dimensione di gioco a carte scoperte con cui è avvenuto il confronto e non conoscendo le regole ho cercato di apprenderle con istintività e buona fede.
Ma nel mio mazzo mancavano molte carte, specialmente culturali, di scaltrezza, di astuzia ed ambizione; ho giocato così per un certo periodo con modestia, cercando di recuperare il tempo perduto negli anni precedenti e fino a quando la fortuna mi è stata vicina ho anche vinto qualche buona mano.

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